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Il sogno di scrivere libri è qualcosa che mi porto dentro fin da bambina, un progetto con cui sono cresciuta, che ho inseguito provando ogni sorta di emozione. La passione per la fotografia nacque poco dopo l’Amore per la letteratura, complice mio padre, a quel tempo appassionato di fotografia analogica. Dunque l’inchiostro e la luce sono stati da sempre (sì, credo di poter dire “per tutta la vita”) miei fedeli compagni, l’uno per scrivere storie, l’altra per immortalarle.
L’occasione di unire le mie due più grandi passioni che inseguo fin da bambina – scrittura e fotografia – in un unico progetto nacque sul finire del 2013 quando il direttore e un operatore di un’emittente televisiva locale, leggendo alcuni miei scritti di viaggio sui social, mi proposero di curare i testi e il servizio di un documentario sulla imminente edizione dello Storico Carnevale di Ivrea ma che avesse un’impronta meno asettica e giornalistica, più emozionale. Grazie ai pass e alle interviste mi fu possibile non solo scoprire un mondo infinito dietro alla più bella festa eporediese ma anche di fotografare la rievocazione da un punto di vista privilegiato. Conclusa quell’esperienza mi sono ritrovata con una notevole mole di materiale (scritto e fotografico) che reputai ideale per un libro. Inoltre ero consapevole che vi fosse ancora moltissimo da scoprire e raccontare.Per me fu una grandissima prova di coraggio, sebbene avessi da poco tempo abbandonato il sogno di recitare, una conduzione in diretta senza prove era tutta un’altra cosa. Se non avessi accettato la proposta, ora la collana “Una volta anticamente” e tutti gli altri miei libri non esisterebbero. Dunque quella prima esperienza fu un insegnamento fondamentale per me che riprende vita ogni volta che sono tentata di rispondere “no” per paura di fallire. In verità, devo confessare che da allora non ho più risposto “no” ad una proposta lavorativa… il che non si è sempre rivelata la scelta giusta!

Mi misi al lavoro sul mio libro, intanto nel 2014 collaborai fotograficamente ad un libro sul gruppo dei Pifferi e Tamburi che abbozzò appena nella mia testa una prima idea di impaginazione e casa editrice. Il 2015 fu l’anno del giro nelle case editrice, non era un’esperienza nuova per me ma il fatto che il mio fosse un libro di nicchia restringeva moltissimo il campo delle possibilità, dunque fu ancora più difficile essere “ascoltata” rispetto al tempo in cui mi occupavo di narrativa. Incontrare la Edizioni Pedrini fu la mia fortuna, li avevo conosciuti per una breve collaborazione che aveva visto la pubblicazione di alcune mie foto sullo Storico Carnevale sulla loro free-press di eventi su Valle d’Aosta e Piemonte. Furono subito entusiasti della mia proposta e il 2016 passò sulla impaginazione del libro.

In verità il mio progetto era nato per portare alla luce un unico libro, sebbene fossi consapevole della impossibilità di racchiudere l’intero mondo carnascialesco di Ivrea in un unico volume. Pensiero questo a cui giunse anche l’editore Ennio Pedrini che difatti, pochi giorni prima della presentazione del libro, mi propose la collana. Ogni anno è un’esperienza di crescita personale e professionale, avendo non solo l’opportunità di muovermi come ricercatrice ma anche di seguire passo per passo l’impaginazione lavorando a fianco con la grafica della casa editrice.
Seppure sia un gran dolore aver dovuto attendere molti anni (collezionando rifiuti dagli editori) per entrare nell’editoria, sono felice che il mio primo passo non sia avvenuto con una storia inventata ma con un libro che tratti un frammento della storia della mia terra.
Ho sempre creduto che il modo migliore per narrare qualcosa fosse prima viverlo. Questo progetto mi ha permesso di amplificare quanto più possibile questo concetto, grazie anche al soggetto stesso – lo Storico Carnevale di Ivrea – che permette di vivere in prima persona (o molto, molto vicino) il tema affrontato. Con “i piatti del Popolo” mi sono letteralmente immersa nei profumi e nei lavori di preparazione dei cibi. Con “cavalli e arance” ho visitato le stalle, seguendo i singoli di passaggi della mascalcia (un’arte affascinante) e dell’abbellimento dei cavalli; e le sedi degli aranceri osservando gli arrivi e gli smaltimenti delle arance… senza contare che sono scesa nelle piazze, in mezzo alla Battaglia dove ho più volte rischiato occhi e ossa!

Con “Bandiere e Alfieri” ho raggiunto il mio massimo sfilando in uniforme e Bandiera con loro, per un giorno. Così da meglio comprendere le emozioni e la fatica del ruolo. Risultato? Mi è piaciuto così tanto che ho chiesto di sfilare un secondo giorno e… di entrare ufficialmente nell’Associazione.
Così dal 2019 il mio impegno nello Storico Carnevale di Ivrea è aumentato, difatti oltre a raccogliere le prime interviste e a realizzare le fotografie, mi riservo un paio di occasioni in cui sfilare con gli Alfieri. Credevo che raccontare questa nostra storia fosse la felicità più grande… ma viverla lo è ancora di più. So che quando sono in mezzo la corteo storico, con la mia Bandiera in spalla, stringo tra le mani un frammento della storia della mia terra: ed è meraviglioso.
Gli Alfieri e il Sostituto del Gran Cancelliere sono i personaggi che “inseguo” da sempre. Il secondo perché scrive e narra la nostra storia e dunque condivide la mia stessa passione. I primi perché ormai sono la Componente che più di ogni altra riesce a far sorridere e anche ridere, all’occorrenza (senza nulla togliere al sacrificio e alla responsabilità del ruolo) e questo “dono” di saper rendere felici le persone, è un pregio che me li ha fatti amare fin dal primo istante, facendomi desiderare di essere come loro. Anche in questo caso, la strada è ancora lunga per me ma l’esperienza si è rivelata una buona opportunità di crescita personale e spirituale.
Non è semplice seguire i tre impegni in modo da avere alla fine tutto il materiale necessario. Tutto sta nel pianificare attentamente le giornate e comprendere quali siano i giorni e le cerimonie più adatte per fotografare personaggi e componenti.

Per esempio il momento dedicato al Sostituto del Gran Cancelliere è il lunedì mattina, durante le Zappate degli Sposi. Quello per gli Abbà è il giovedì pomeriggio. Cerco sempre di realizzare ritratti rubati, per mantenere inalterata l’espressione naturale. Lo Storico è l’occasione perfetta per andare a caccia di emozioni!
Un importante progetto collaterale di “Una volta anticamente” furono le lezioni nelle scuole elementari per raccontare, attraverso i libri, un importante frammento di storia locale così da permettere ai bambini di avere una maggiore consapevolezza di un evento da loro molto amato. Ma anche per rivelare loro i segreti della realizzazione di libro e qualche curiosità sullo scrivere e sulla fotografia.
La collana è stata inoltre per due volte presente con alcuni pannelli fotografici in mostra, presso la Libreria “Librè Libri da leggere” di Ivrea nel 2019 e nelle vetrine del centro storico nel 2020.
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