Marianna Giglio Tos

amo leggere e scrivere, con l’inchiostro e con la luce

“L’antica fiamma” – una storia da toccare

(particolare della litografia di Gustave Doré creata per la Divina Commedia e presente nel romanzo)

Molti anni fa lessi quello che poi divenne uno dei miei libri preferiti, un’oasi in cui rifugiarmi per staccare dalla realtà, un libro straordinario proprio per la sua capacità di trovare la meraviglia nelle piccole cose: “Il fantasma di Mozart” di Laura Mancinelli. Il suo primo capitolo presenta molte descrizioni di Torino e fu bellissimo andare alla ricerca degli angoli, dei palazzi e delle piazze descritte dalla protagonista. Iniziando ad occuparmi dei libri di storia della Edizioni Pedrini, ebbi modo di fare lo stesso. Amo sapere che un lettore possa portare con sé un mio libro nei luoghi da esso descritti e, leggendo, trasformare il presente in passato. Con “L’antica fiamma” cercai di enfatizzare quanto più possibile questo fatto, desiderai scrivere una storia che non fosse solo da leggere ma anche da inseguire e toccare, da respirare e vivere. La biografia di Bianca Maria me ne diede l’opportunità, non solo per la sua permanenza al castello di Issogne e per i ritratti di lei realizzati da Maestro Luini ma anche per il suo vivere in città italiane famose ma certamente mutate (come tutte) nel corso dei secoli. Sono felice che chi leggerà e amerà questa storia potrà andare a Milano e guardare, toccare realmente il dipinto che cela il complotto oppure nel Santuario di Saronno dove Bianca sognò il suo amore con Luini. Potrà andare al castello di Issogne e cercare, toccare l’incisione lasciata da Barbero o il sator sul viret, potrà toccare i draghi del melograno. Così un libro non è solo una cosa da leggere, ma da vivere davvero, come se anche il lettore fosse parte della trama e scrivesse il suo pezzo di diario. Una sorta di “Neverending story”.

Ricostruire una città perduta

E’ senz’altro meraviglioso sapere che gli stessi luoghi che noi oggi possiamo visitare siano stati, nei secoli, teatro di importanti avvenimenti storici. Che possiamo muovere i nostri passi dove li mossero i grandi personaggi della Storia ma anche la gente comune. Il guaio, quando ci ambienti un romanzo storico, è prendere consapevolezza che questi luoghi siano assai probabilmente mutati nel corso del tempo e allora occorre documentarsi per scoprire che aspetto avessero nell’epoca relativa alla trama. A volte accade che la ricerca storica di un luogo si riveli più lunga della presenza stessa di quel luogo nel romanzo! Molte cose che noi oggi vediamo non erano ancora costruite al tempo di Bianca Maria e altre che lei vide furono distrutte prima della nostra nascita.Ricostruire queste città nella versione cinquecentesca, attraverso memorie e documenti a noi giunti, è stata un’emozione indescrivibile. Ho viaggiato molto da bambina, i miei genitori sono sempre stati appassionati camperisti, e anche se è passato del tempo, è vivida l’immagine di mia madre con la guida sempre tra le mani per dar storia a quel che si vedeva. In questo anno di pandemia, quarantene e restrizioni, posso dire di aver viaggiato moltissimo senza mai uscire dalla mia stanza. Ho viaggiato nello spazio e nel tempo, osservando tre delle più meravigliose città italiane come oggi non possono più vedersi. Ricostruire la Pavia, la Casale e la Milano del 1525-26 e immaginarmi nelle loro vie insieme a Bianca, usarle come teatro per la sua storia, è stato senza dubbio impegnativo ma assolutamente suggestivo e credo di poter dire che sia stata la più bella esperienza donatami da questo progetto letterario. Man mano che le scoprivo, si faceva sempre più intenso il desiderio di andarci o tornarci (Pavia l’ho veduta una sola volta, sulla Via Francigena; a Milano ci ho abitato per cinque anni eppure ho visto così poco), di vedere il presente e, con l’immaginazione e il cuore, disegnarci sopra il passato.Lo dico sempre, abbiamo la rara fortuna di vivere in una terra di sconfinata bellezza, con un patrimonio artistico e culturale di inestimabile valore. E non solo non ce ne rendiamo conto ma spesso lo distruggiamo. I libri letti per la ricerca mi hanno dato ulteriore prova di ciò. Spero che il mio romanzo possa entrare a far parte di quei libri che custodiscono e valorizzano il nostro patrimonio italiano, quello che ancora possiamo ammirare ma anche quello ormai, per un motivo o per l’altro, andato perduto.

clicca sul video se desideri guardare le riprese effettuate alla mia prima visita al castello di Issogne, qualche mese prima che mi suggerisse l’idea del romanzo.