Nome: Marianna Giglio Tos
Data di nascita: 18 maggio 1984
Luogo di nascita: Ivrea (TO)
Residenza attuale: Ivrea
Formazione: diploma artistico – diploma di dizione e recitazione – diploma. di operatore turistico
Professione: ricercatore, scrittore, fotografo

Amo più di ogni altra cosa leggere e scrivere. E scattare fotografie. Amo scoprire la Storia e gli usi e costumi di ogni popolo ed epoca. Un giorno spero di poter viaggiare moltissimo. Sono affascinata dai misteri e dai linguaggi segreti. Sono una sognatrice, direi patologica. Riesco a perdermi guardando le stelle, un fiore, le foglie d’autunno, il cielo e una tazza di vetro colma di tè. Mi piace moltissimo coltivare la terra e osservarla crescere, celebrando anche in solitudine i suoi riti, pure quelli più antichi e perduti. Nutro un Amore profondo per Virgilio e Dante. Amo le mie radici ma a livello estetico mi piace cambiare. Ho la fissa della ricerca, nel senso che non so fermarmi; più conosco e più vorrei conoscere. Einstein sosteneva che “La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto” ma secondo me basta la curiosità a condurci ovunque, la Storia passata del mondo è infinita e talmente sorprendente, da superare l’immaginazione in moltissimi casi. Essendo, il mio, un lavoro da riceratore/scrittore, è sempre molto difficile per me non uscire dai confini e spaziare in mille temi. Più di tutto mi piace lavorare con i manosritti antichi, ogni volta che entro in un archivio secolare… non vorrei più uscire.

Fin da bambina ho inseguito 3 grandi passioni: la scrittura, la recitazione e la fotografica. Tre amori, un unico perché: la voglia di vivere. La paura di non esistere, di non vivere abbastanza influenzava ogni aspetto della mia vita. Leggere mi permetteva di vivere anche le storie degli altri (oltre alla mia) e scrivere mi dava l’opportunità di rendere ancora più reali i miei sogni e le mie avventure immaginarie. Recitare era un modo per incarnare più identità, più vite, più pensieri e dunque di vivere più di quanto fosse concesso. La macchina fotografica era invece uno strumento per scoprire il mondo, per cogliere maggiori dettagli, per scivolare in essi e – ancor sempre – amplificare il mio vivere. Da che ho memoria, ricordo di aver sempre scritto ma tutto nacque nell’estate prima della 3° elementare, quando la mia maestra mi consigliò di leggere nel tempo libero per migliorare i miei disastrosi problemi con la lingua italiana.

Quello tra i libri e me fu Amore a prima vista, ogni libro che ho letto e soprattutto amato mi ha infuso nell’anima dosi di vita sempre maggiore… fino a indurmi ben presto a considerare gli scrittori come una sorta di maghi. Dovevano esserlo per forza se riuscivano a farmi dimenticare per un po’ (fino a che sarei rimasta tra le loro pagine) anche i pensieri più tristi, se riuscivano a farmi sentire più forte, felice, se riuscivano ad accenere la luce anche nei momenti più bui. Ero ancora una bambinetta delle elementari quando iniziai a sognare di essere uno scrittore, “da grande”, volevo essere capace anche io di fare quelle magie che mi avevano salvata. Il punto è che non ho mai sognato di essere una principessa ma un cavaliere che viaggia per salvare gli altri, in sella a un drago. Poi un giorno quel drago si è trasformato in carta, le sue fiamme in inchiostro, la spada in una penna. Il sogno di scrivere, di far sognare gli altri, di condurli lontano nel tempo e nello spazio, è cresciuto con me, è stato la mia Ombra e la mia Luce.

Le prime storie le scrissi a mano, con la matita, su alcuni quaderni di recupero. Poi riuscii a mettere le mani sulla vecchia macchina per scrivere di mia madre. Essendo io orgogliosamente eporediese, poteva la mia passione per lo scrivere non passare per l’Olivetti, la prima fabbrica nazionale di macchine per scriv ere? La mia scrivania era troppo piccola per farci stare quella meraviglia così mi accucciavo per terra con lei per mettere “in bella” le mie storie migliori. Avevo circa 8 anni. Poi diversi anni dopo giunge il primo computer, fisso, ancora così arcaico rispetto a quelli odierni! Ora scrivo su un semplice portatile di qualità non eccelsa (sono un disastro con la tecnologia) ma non ho mai dimenticato la mia macchina per scrivere. Fu davvero meraviglioso realizzare le mie prime fioche magie con lei.

Non avevo ancora terminato il liceo quando affrontai il delicato ambiente delle case editrici. Ogni volta rilegare il dattiloscritto e “abbandonarlo” al destino, tra corrieri e mani estranee, è stato traumatico. L’attesa di una mancata risposta, di un “le faremo sapere” e di un “le pubblichiamo il suo meraviglioso romanzo se paga tutte le spese” fu una continua esperienza che mi accompagnò per anni fino al giorno in cui riposi il mio sogno in quel ben noto cassetto che ognuno di noi ha, nascosto in fondo al cuore. Ormai ero certa che non si sarebbe mai avverato. Fu in quel momento che compresi quanto scrivere fosse diventata parte inscindibile di me. Smettere era impossibile, scrivere per me era ormai come respirare. Non era più solo questione di voler fare “quelle magie”, di salvare gli altri… scrivere era… scrivere è il solo modo di vivere che riesca a concepire. Ho sempre con me un quaderno e una penna, mi rende felice sapere che ovunque io sia possa scrivere. Avevo rinunciato al sogno di diventare scrittore ma non a scrivere. Scrivevo solo per me.

Ho frequentato il liceo artistico e nel frattempo anche l’Accademia di Danza e Spettacolo di Ivrea, diplomandomi in entrambe le scuole nel 2003. Purtroppo anche i tentativi di recitare (che mi avevano condotta a trasferirmi a Milano) erano andati a vuoto. Lavoravo come cameriera e barista per mantenermi e spostarmi per i provini ma anche quel sogno sembrava destinato a non avverarsi. Così tornai a Ivrea e provai con la terza passione, la fotografia e finalmente qualcosa si smosse. Intanto avevo iniziato a pubblicare in rete qualche mio scritto e fu così che venni contattata da un’emittente televisiva locale per realizzare i testi e curare la conduzione di un documentario che non avesse la solita impronta giornalistica ma uno stile più informale. Se ti incuriosisce saperne di più, ti invito a leggere la pagina “Una volta anticamente”.

Quell’esperienza mi permise di approfondire la mia conoscenza con la storia della mia terra e di raccogliere molto materiale (scritto e fotografico). “Ci verrebbe bene un libro” fu il mio primo pensiero. E così riaprii quel cassetto in fondo al cuore. Non che quel sogno se ne fosse rimasto zitto e buono per tutto quel tempo, aveva fatto un baccano infernale e – sebbene non avessi mai smesso di scrivere – riprenderlo tra le mani fu come ritornare a vivere. Era trascorsa una decina di anni da quando bazzicavo le case editrici, ero molto cresciuta e cambiata ma quel mondo non era cambiato un granché. E purtroppo fui costretta a fare consapevolmente i conti con la precaria situazione della cultura italiana.

Ma non rinnego nulla di quanto mi sia accaduto. In verità sono contenta che il mio sogno di scrivere e pubblicare libri si sia avverato nel momento in cui abbandonai la narrativa, o meglio, le storie inventate per occuparmi della storia della mia terra. Ho scoperto che la Storia del mondo, il passato, è più affascinante di qualsiasi storia che l’immaginazione possa concepire. In particolar modo mi affascinano la tarda epoca antica, il Basso Medioevo e il Rinascimento.
Quel primo libro con la Edizioni Pedrini si rivelò l’inizio di una collana artistico-letteraria che gestisco da me per quanto concerne la ricerca, la stesura dei testi e la realizzazione delle fotografie. Sempre per la Pedrini mi occupo inoltre all’occorrenza di fotografare architetture, documenti e reperti per i libri degli altri scrittori (storici) della casa editrice. Ciò mi ha permesso di toccare e osservare manoscritti antichissimi, anche risalenti all’anno 1000, sopravvissuti a epidemie, guerre e razzie. Un’esperienza incredibilmente meravigliosa che mi reputo immensamente fortunata di poter vivere.

Nel 2020 l’emergenza sanitaria dovuta al covid pose un fermo alle mie consuete ricerche per la collana “Una volta anticamente”. Così iniziai a pensare ad un progetto da poter realizzare da casa… un concatenarsi di eventi, che vi invito a scoprire leggendo la pagina “L’antica fiamma”, mi portò ad abbozzare un’idea ancora acerba e semplice di quello che divenne, nel corso dell’anno, il progetto più ambizioso che abbia mai dovuto affrontare. Era un salto nel buio, un po’ per il fatto di dover approfondire temi sui quali non avevo la minima conoscenza (la lingua latina e l’alchimia, per citarne due), un po’ per avervi intrecciato Dante e Virgilio (altra parte ormai inscindibile di me) ed un po’ per un ritorno alle origini… la narrativa. In verità l’Amore per la Storia e per la ricerca sui secoli passati ormai è parte di me e non riuscirei ad immaginare una storia anche inventata che non abbia però un fondamento di verità. Questa consapevolezza se inizialmente poté sembrare un ostacolo si rivelò invece una grande opportunità. In questo anno di pandemia, pur non muovendomi da casa, ho avuto la possibilità di viaggiare nel tempo e nello spazio, non mi sono annoiata un solo istante, ho imparato moltissimo, valicato confini che neanche avevo mai immaginato, scoperto frammenti perduti di alcune città della mia Italia… e rattoppato con l’immaginazione le lacune di alcune biografie storiche. Paradossalmente non mi sono mai sentita così viva, ho avuto l’ennesima conferma dell’immenso potere della letteratura.
Mi imbarazza giudicarmi una scrittrice o una fotografa perché ho faticato così tanto per riuscire a realizzare i primi passi di questo mio sogno che ancora non mi sembra vero di averlo fatto davvero. La strada è ancora lunghissima e sono più propensa a considerare ciò che ancora devo fare piuttosto che ciò che già ho fatto. E poi di me preferisco dire d’essere una persona che ama scrivere e scattare fotografie.
Caratterialmente mi reputo prima di tutto una sognatrice. Amo scoprire il mondo soprattutto gli usi e costumi dei popoli di ogni spazio e tempo. Sono profondamente vicina alla Natura, ai riti legati alla terra e per quanto mi è possibile cerco sempre di celebrarli, per mia fortuna discendo da una famiglia di agricoltori e vivo nel cuore del Canavese, una terra ricca di boschi, campagne e laghi. Ho un pessimo rapporto con il mio lato estetico, ciò mi ha portata negli anni, fin da che ero adolescente, ad interessarmi a particolari temi e ad apprezzare il cambiamento. Nella vita di ogni giorno sono poco appariscente, ma mi piace travestirmi… scoprire fino a che punto riesca a cambiare per sembrare qualcosa di diverso da ciò che sono. In passato ho lavorato nel campo dell’animazione, che mi ha permesso di approfondire questo interesse. Dunque ritengo la diversità un valore aggiunto, un patrimonio da valorizzare e proteggere. Cerco ogni giorno di essere diversa.

